L’Agenzia Spaziale Italiana e l’Università Statale di Milano restituiscono i risultati dello studio triennale sull’impatto socio-economico delle politiche pubbliche nel settore spaziale in Italia

13 Ottobre 2021

Si intitola “L’impatto socio-economico delle politiche pubbliche nel settore spaziale in Italia” il convegno conclusivo che si è tenuto in data 30 Settembre 2021, in modalità remota. L’evento è stato organizzato dall’Agenzia Spaziale Italiana  e dal Dipartimento di Economia, Management e Metodi Quantitativi (DEMM), della Statale di Milano. Simonetta Di Ciaccio, responsabile per ASI del progetto, Giorgio Saccoccia, presidente ASI, e Angelo Casertano, della Direzione dei Servizi per la Ricerca dell’Università di Milano, hanno aperto i lavori, sottolineando l’importanza dell’argomento e i possibili risvolti in termini di politiche pubbliche in vista dei finanziamenti previsti dal PNNR per le tecnologie satellitari ed economia spaziale.

Il gruppo di ricerca del DEMM della Stata di Milano, guidato dal professor Massimo Florio, ha presentato i principali risultati del progetto triennale con ASI con focus in particolare su: (I) le imprese fornitrici del settore upstream e il relativo indotto; (II) le imprese downstream dell’osservazione terrestre e i relativi utenti finali; (III) la comunità scientifica dei settori interessati alla ricerca in campo spaziale.

I risultati mostrano come il settore upstream abbia beneficiato della collaborazione con ASI sia dal punto di vista di un arricchimento delle strategie di innovazione tecnologica sia dal punto di vista dell’innovazione di processo e di prodotto, che sulla performance economica. L’analisi condotta su un campione rappresentativo di più di 400 fornitori italiani del settore spazio conferma come tali imprese abbiano riscontrato un incremento del fatturato statisticamente significativo a lungo termine e di brevetti registrati aumentati tra le 2 e le 3 volte. Il rapporto Benefici-Costi stimato risulta essere significativamente positivo e il periodo di payback, cioè il tempo necessario per recuperare l’entità dell’investimento pubblico è veloce e stimato in circa tre anni e mezzo.

L’analisi del settore downstream è stata realizzata tramite due indagini indirizzate alle imprese ed enti di ricerca italiani pubblici e privati in qualità di utenti intermedi dei dati di Osservazione Terrestre (OT). Gli enti di ricerca del campione si suddividono tra Dipartimenti Universitari, Pubblica amministrazione, unità del CNR e altri enti. Quasi la metà del campione delle imprese è costituito da start-up e imprese con meno di dieci dipendenti i cui clienti ed utenti finali sono prevalentemente enti pubblici ed altre aziende. I prodotti e servizi offerti dagli utenti intermedi del settore downstream dell’OT sono l’elaborazione dei dati di OT e applicazioni innovative di OT.

I benefici socio-economici derivanti dall’OT riguardano, per la quasi totalità del campione imprese ed enti di ricerca, il miglioramento della qualità dei prodotti e servizi e l’incremento del know-how tecnologico per le imprese intervistate. Inoltre, le imprese del settore evidenziano un aumento sensibile dei dipendenti (a tempo determinato ed indeterminato) e delle collaborazioni esterne anche se una delle criticità - secondo gli utenti intermedi - riguarda la difficoltà nel reperire personale qualificato che sappia gestire i prodotti e servizi OT offerti. In generale, il rapporto Benefici-Costi diretto stimato è largamente positivo, senza considerare l’impatto finale, che resta ad oggi non quantificabile e su cui saranno necessari ulteriori studi.

Infine, l’indagine sulla comunità scientifica attiva nel settore spazio ha evidenziato come, per la maggioranza degli oltre 70 gruppi di ricerca intervistati, vi sia stato un aumento del numero di pubblicazioni scientifiche ad alto impatto, dei progetti formativi e dei fondi di ricerca nonché un incremento del numero tesi magistrali e dottorali. L’analisi successivamente implementata delle pubblicazioni indicizzate su Scopus (uno dei principali database di articoli scientifici e citazioni), che riportano ASI tra i soggetti finanziatori, ha confermato i risultati delle interviste. Nel periodo 1989-2017, infatti, sono stati pubblicati più di 3000 articoli realizzati da più di 10000 autori. Un confronto tra il numero di citazioni ottenute da tali articoli con quelle ottenute da tutti gli articoli realizzati nello stesso periodo dagli stessi autori, mostra un maggiore impatto delle pubblicazioni scientifiche sul tema spazio.

Riassumendo, per le imprese upstream e gli utenti intermedi downstream, il rapporto fra benefici socio-economici e costo appare positivo e particolarmente elevato nel downstream OT, pur con stime largamente prudenziali. La collaborazione di ASI con la comunità scientifica ha un significativo impatto positivo sulla quantità e qualità della produzione scientifica. Alla luce di questi risultati, Mauro Piermaria, responsabile dell’Unità Innovazione e Space Economy dell’Agenzia Spaziale Italiana ha coordinato il tavolo di discussione conclusivo in cui sono intervenuti Massimo Florio, Anna Giunta, Direttrice del Centro di Eccellenza Rossi Doria, Università di Roma3 e Salvatore Pignataro, addetto alle questioni spaziali, Rappresentanza Permanente Italiana presso Unione Europea. Le discussioni hanno sottolineato quindi come l’intervento pubblico, soprattutto nelle fasi critiche a maggiore rischio, sia efficace nel sostenere lo sviluppo e la competitività di settori ad alto tasso tecnologico come lo spazio; si è ribadita l’importanza di analizzare e quantificare, con metodologie appropriate i ritorni economici e sociali delle attività spaziali, avendo cura di lavorare sulla soluzione degli aspetti critici per creare un disegno complessivo che allarghi le ricadute e i benefici all’intero sistema industriale, produttivo e sociale.

 

 

 

 

 

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